Total read books on site: You can read its for free! |
Oggi ero libero di fare questo o quello; domani, non solamente non sarei stato più libero, ma anche alla mercè di un carattere, di un temperamento che forse non avrei potuto modificare nè domare. Donna, mistero! Dovevo abbandonarmi al caso? Quali precauzioni adottare per opporsi alla sua cieca opera?... Ricordo benissimo; mi trovavo nel mio studio. Era una mattina verso la fine di aprile, quando i profumi di esso quasi si confondono coi tepori del maggio che sta per arrivare. Dalle quattro finestre spalancate alla dolce frescura e al sole irrompeva nella stanza ora un inno di lieta giovinezza, ora una solenne sinfonia di vita nuova; suoni, rumori indistinti, voci umane, canti di uccelli, bagliori di luce, festa di colori, trepidare di foglie recenti, che dava apparenza di cose animate agli alberelli di bambù davanti a le finestre, contro il sole. Da mesi, io entravo nel mio studio con la stessa riluttanza con cui si penetra in un sepolcro che racchiude resti carissimi al nostro cuore. Libri, quadri, statuette, ninnoli, tutto mi sembrava già in via di dissoluzione, emanante il nauseabondo odore delle cose imputridite; i libri specialmente, quei libri che più avevano contribuito a formare, ad alimentare il mio orgoglio, a ridurmi miseranda creatura invecchiata anzi tempo e che sentiva nelle vene il gelo e l'angoscia della morte. E, tutt'a un tratto, un fremito m'invase, quasi i miei occhi lungamente chiusi o coperti da velo sentissero l'impressione della luce, vedessero vicino, lontano, con miracoloso potere. Una sfilata, una folla! Figure bionde, brune, con occhi azzurri, neri, con labbra porporine, schiuse a sorrisi accoglienti.... Le riconoscevo! Mi ero figurato che esse fossero passate, tempo fa, inavvertite o sdegnate davanti a me, che non avessero lasciato traccia alcuna.... E invece mi si erano fissate, vivacissime, nella memoria e nel cuore; e il cuore, felicissimo di ricordare, di rivederle, si sentiva commosso, palpitava, con rapido moto di gioia mista a un po' di rimorso. E guardavo, guardavo la sfilata, la folla, ansioso, come chi cerca, come chi attende di ritrovare una persona diletta. E mi dicevo: --Osserva bene! Non stancarti di ricercare! Sei vissuto fino a questo giorno non nella realtà, ma in un pallido riflesso di essa.... Tu credi di non avere mai amato, ed hai amato a traverso i lirici, a traverso i romanzieri, a traverso i drammaturgi, affascinato dai fantasmi da loro creati; fantasmi immortali, ma perciò insufficienti ai bisogni della vita che cangia e si trasforma, e si rinnova.... Sì, tu hai amato Sita, Elena, Nausica, Didone, Fedra, Giulietta, Desdemona e tante e tante altre ancora!... Vanamente però, solitariamente.... Con queste qui oh! non amerai solo: sarai riamato!... Tra le mille ce n'è una--osserva bene! cèrcala! Non stancarti di cercarla!--che sarà tua, che ti vorrà suo!... E con essa adempirai al tuo destino, farai opera grande, divina; perchè colui che agisce secondo le sue forze non fa mai opera bassa e vile; è venuto al mondo per tale scopo e non per altro. Quel che deve fare lui non può farlo nessun altro! Guarda! Cerca! Non stancarti!... Povera scienza la tua, che non ha saputo rivelarti la complessità, della vita! Pensare sì, ma anche agire, cioè amare, amare, amare!... Come? Io sapevo tutto questo e ignoravo di saperlo? Perchè? In che maniera?... O si trattava di una nuova illusione che prendeva il posto dell'altra, che mi avrebbe ingannato come l'altra, che mi avrebbe fatto terribilmente soffrire e vanamente, come l'altra? Distornavo gli occhi, diffidente, con indefinibile senso di paura. Ma tornavo subito a guardare, simile a un fanciullo che si trova faccia a faccia con un oggetto non mai visto, di cui ignora il congegno e l'uso e che stende una mano per toccarlo e la ritira, torna a stenderla e finalmente lo tocca e lo prende in mano, maravigliato che non gli faccia male, ma non compiutamente rassicurato. Ricordo benissimo! E poche ore dopo, quel sepolcro del mio studio, dove prima sentivo il nauseabondo odore delle cose imputridite, mi sembrò tramutato in una serra nella quale era stato necessario riporre tutti i delicati germi della mirifica fioritura improvvisamente scoppiata, e che non avrebbe potuto fiorire altrimenti. Ora potevo aprire, abbattere anche le pareti vetrate, esporre ogni cosa al diretto contatto della luce, all'aria libera; non c'era più timore che quella ricca bellezza ne soffrisse. --Cèrcala tu!--mi aveva detto anche mia madre. E cercai, e trovai! X. Più rifletto intorno ai casi della mia vita e più mi convinco che c'è una Forza Superiore, che guida e regola le nostre azioni, spingendole dove vuol essa anche quando noi crediamo di agire con la più capricciosa libertà. E non è sopraffazione, violenza arbitraria, ma ragione elevata che ci difende contro l'accidentalità delle circostanze e ci rimena allo scopo della nostra esistenza. Spesso noi chiamiamo Caso questa misteriosa Forza coordinatrice, perchè ignoriamo quali intimi rapporti annodino i più insignificanti nostri atti ai più grandi e più remoti movimenti dell'Universo. La nostra ignoranza attuale dovrebbe però renderci meno vanitosi, meno superbi, o indurci almeno a riconoscere che, mentre noi immaginiamo di fare soltanto il nostro personale interesse, lavoriamo inconsapevolmente a quel che il Montesquieu chiamava: «Le grand oeuvre», e un nostro illustre pensatore semplicemente: «La storia». E così accade talvolta che colui che crede di compire una mirabile cosa ne faccia una meschinissima; e che un altro, rassegnatosi ad opere umili e modeste, ne compia, invece, quasi senza ch'egli ne sappia niente, una grande davvero. Infine, l'importante è che ognuno faccia quel che deve fare; la felicità umana consiste in questo soltanto. Ma io che ora, quasi vecchio, senza illusioni di sorta alcuna, ragiono in questo modo e chino il capo davanti a quella che stimo sacra fatalità della vita, provo un riverente terrore riandando con la memoria per quali vie dolorose, per quali erramenti, per quali inganni sono arrivato al punto estremo dove ormai nient'altro più mi rimane che chiudere gli occhi e sparire dalla scena del mondo. Tutti i miei castelli in aria sono miseramente crollati; tutte le mie più orgogliose speranze sono andate a vuoto; eppure oggi sento la grande soddisfazione di esser vissuto come sono vissuto, di aver attraversato tante dolorosissime prove e di aver fatto per mezzo di esse quel po' di bene che mette in pace la mia coscienza e mi fa attender tranquillamente la morte. In certi momenti, è vero, io non so come giudicare il resultato finale delle mie azioni che è ancora un'incognita o che può essere affatto diverso da quello che mi figuro. Ma mi conforto, riflettendo: Forse sarò in tempo di correggere il mio sbaglio; o, forse, quel che può sembrarmi uno sbaglio è tale soltanto in apparenza. L'avvenire lontano sfugge a ogni nostra previsione; e nel mistero che lo circonda, consistono le forti e lusinghiere attrattive della vita. Per ciò io ero felice nei giorni in cui cercavo qua e là Colei che doveva essere la mia cooperatrice nella sovrana opera di creazione assai diversa, della creazione d'arte, e che già mi sembrava più nobile e più elevata di questa. Mi apprestavo alla eccelsa funzione come a un atto supremo. Non i sensi, ma la riflessione mi spingeva a dedicare tutte le mie forze fisiche e intellettuali a un fatto che la maggior parte degli uomini compie con colpevole spensieratezza, per impulso di voluttà, per calcolo di meschini interessi spesso, quasi ignara di quel che opera, certamente ignara di quel che dovrebbe operare. Ero orgoglioso di sapere che pochi o nessuno si erano accinti con degna preparazione, con intera e limpida coscienza all'atto più elevato che un uomo possa compire: la generazione di un'altra creatura umana. Io davo il primo esempio. Questa idea mi esaltava. Non ero capace di mettere al mondo un capolavoro immortale, nè una di quelle poderose scoperte di idee che rinnovano la vita civile e fanno progredire l'umanità; ma forse potevo dare la vita a colui che avrebbe creato il capolavoro d'arte a me negato di produrre, o rivelato alla società l'idea nuova e feconda che avrebbe allargato i confini dell'intelligenza, dominato le menti e creato l'avvenire. Il mio orgoglio divergeva per altra via, ed io non me ne accorgevo. Mi sembrava di fare modestissimo atto di sottomissione accettando questo còmpito, e non vedevo le immense difficoltà, dell'attuazione di esso, o la vanità del tentativo. Non ne parlavo con nessuno, neppure con mia madre. Ero certo che, se avessi esposto quella idee ai miei pochi amici, essi, quantunque intelligentissimi e capaci di comprendermi, mi avrebbero deriso. Troppo pratici, travolti dalle agitazioni immediate della vita comune, avrebbero giudicato strambe idealità i miei proponimenti, sogni di uomo vissuto solitario, fantasie da poeta. Mia madre si sarebbe certamente rallegrata di vedermi interessare con tanta serietà e con tanto entusiasmo, della mia futura situazione; e avrebbe, senza dubbio, apprezzato più di ogni altra la intensità di quel sentimento che mi dava, assieme con una profonda commozione, la risolutezza e l'energia mancatemi fino allora. Ma temevo di vederla impaurita dall'eccitazione che questo nuovo stato d'animo mi produceva; temevo di udirle pronunziare qualche parola di richiamo, qualche femminile osservazione di senso comune che mi avrebbe tarpato le ali, e tolto, con le illusioni, ogni coraggio di andare avanti. Giacchè in certe ore, in certi giorni, la stanchezza delle inutili ricerche mi faceva balenare nella mente il sospetto che anche quest'altra mia intrapresa potesse fallire,... E allora una tetra risoluzione mi si affacciava al pensiero. Questa volta facevo mie le sdegnose parole del Bissi:--Se la vita mi rifiuterà ogni consolante mezzo di azione, io dirò risolutamente alla vita: Non voglio più saperne di te!--Ma erano fiacchezze di istanti. La vita, intanto, mi sembrava bella, immensamente bella, anche nei ristretti limiti dentro i quali ora volevo circoscrivermi. Pages: | Prev | | 1 | | 2 | | 3 | | 4 | | 5 | | 6 | | 7 | | 8 | | 9 | | 10 | | 11 | | 12 | | 13 | | 14 | | 15 | | 16 | | 17 | | 18 | | 19 | | 20 | | 21 | | 22 | | 23 | | 24 | | 25 | | 26 | | 27 | | 28 | | 29 | | 30 | | 31 | | 32 | | 33 | | 34 | | 35 | | Next | |
Your last read book: You dont read books at this site. |